La nomina di James Timpson è un segnale di speranza?

Il nuovo ministro delle carceri del Regno Unito è membro della società civile, presidente del Prison Reform Trust e capo del gruppo di successo Timpson, i cui dipendenti includono ex detenuti.

Associazione Antigone
4 min readAug 1, 2024

di Laura Calconi

Foto da Number 10, via Flickr, Licenza CC BY-NC-ND 2.0

Il 5 luglio 2024, dopo la schiacciante vittoria laburista nelle elezioni legislative, il nuovo primo ministro inglese Keir Starmer ha annunciato quale sarà la sua squadra di governo. Una delle nomine di gabinetto più interessanti non è quella di un sostenitore laburista di lunga data o di un parlamentare appena eletto. Starmer ha assegnato la carica di Ministro per le carceri, la libertà condizionale e la libertà vigilata a James Timpson, l’amministratore delegato del gruppo Timpson, uno dei maggiori datori di lavoro del Regno Unito. L’azienda, che effettua servizi di riparazione delle scarpe, taglio delle chiavi, lavanderia e lavaggio a secco, è divenuta nota per la politica introdotta dal nuovo ministro di assunzione di ex detenuti tra i suoi dipendenti; ne impiega oggi più di 600, circa il 10% del personale. Fino al momento della sua nomina, James Timpson è anche stato presidente del Prison Reform Trust, ente di beneficenza indipendente che si batte per la riforma del sistema carcerario e lavora per creare un sistema penale giusto, umano ed efficace. Ciò significa migliorare il trattamento e le condizioni delle persone detenute, ma anche incarcerare di meno e orientarsi verso la decriminalizzazione di reati minori che spesso scaturiscono da situazioni di fragilità economica e sociale.

Il nuovo ministro dovrà svolgere un lavoro complesso. Nella sua prima conferenza stampa come primo ministro, Keir Starmer ha affermato che il Paese ha «troppe persone detenute e non abbastanza carceri», esprimendo inoltre le proprie preoccupazioni su un tasso di recidiva che, per quanto in diminuzione, ancora non convince. Le carceri britanniche, oltre ad essere in cattivo stato di manutenzione, sono pericolosamente vicine alla capienza massima: secondo i dati più recenti, a fine marzo la popolazione carceraria in Inghilterra e Galles era di 87.505 persone, su una capacità ufficiale di 88.895 posti. Il mese scorso, i laburisti hanno espresso l’intenzione di impegnarsi a creare 14.000 nuovi posti nelle carceri per affrontare la crisi del sovraffollamento, qualora fossero entrati al governo. Timpson, tuttavia, non crede che questa sia la soluzione. La sua visione della giustizia si pone in netto contrasto con la retorica adottata dal partito nel periodo precedente alla sua schiacciante vittoria alle elezioni generali. In un’intervista rilasciata a febbraio ha affermato che, a suo parere, solo un terzo delle persone attualmente recluse in carcere dovrebbe trovarsi lì, accusando il Regno Unito di essere “dipendente dalle sentenze e dalle pene” ed evidenziando come i sistemi di Paesi come l’Olanda, che utilizzano maggiormente la pena comunitaria, abbiano tassi di recidiva più bassi. Anche dopo la nomina, Timpson ha ulteriormente ribadito la sua posizione, dichiarando: “Molte persone in carcere, a mio avviso, non dovrebbero essere lì o sono lì da troppo tempo. […] Penso che abbiamo bisogno di un governo coraggioso, penso che abbiamo bisogno di un governo pronto a estromettere la politica dalle sentenze”.

Poche settimane fa, la Prison Governors’ Association (PGA), che rappresenta oltre il 95% dei direttori e del personale che lavorano delle carceri di Inghilterra e Galles, ha dichiarato che l’intero sistema di giustizia penale «è sull’orlo del fallimento», invitando il prossimo governo ad affrontare i problemi senza indugio. James Timpson è ora la persona incaricata di risolvere la crisi con urgenza, insieme alla nuova segretaria di Stato per la giustizia Shabana Mahmood. A fronte delle sfide dovranno essere affrontate, la nomina di Timpson è stata accolta con favore dagli esperti di riforma carceraria. Pam Walker, presidente dell’Oswin Project per l’assistenza, la formazione e il reinserimento lavorativo delle persone con precedenti penali ha espresso il proprio sollievo per il conferimento dell’incarico a Timpson, affermando che «per troppo tempo la politica carceraria ha promosso un’ideologia punitiva che ha portato al sovraffollamento e alla mancanza di opportunità rieducative per le persone detenute». Dal nuovo governo sembra in conclusione lecito aspettarsi una politica orientata a una revisione radicale del sistema penitenziario, scevra di populismi e basata su dati concreti, che dia priorità alla finalità rieducativa della pena e alla prevenzione tramite il sostegno alla comunità, ricorrendo alla custodia cautelare in carcere nella minore misura possibile. Solo il tempo potrà dirci se il nuovo ministro James Timpson riuscirà effettivamente a introdurre cambiamenti in grado di apportare un miglioramento significativo alle condizioni delle carceri britanniche e ad affrontare le questioni sociali che ruotano intorno al delicato tema della giustizia penale.

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